FINANZA &MERCATI

 
 
 
Crisi del credito: Borse, Governi e Banche centrali
 
HOME DEL DOSSIER

Cronaca / Europa e Mondo

Le mosse dei Governi
Politiche monetarie
Borse / Analisi
Petrolio e valute
Banche e depositi
Interviste
Analisi e commenti

Accordo per piano anticrisi Ue. Oggi i piani nazionali di Francia, Germania e Italia

dal corrispondente Attilio Geroni

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
12 ottobre 2008

PARIGI - «Una riunione eccezionale» l'ha definita Nicolas Sarkozy. Due ore e mezza perché i capi di Stato e di Governo dei quindici Paesi che aderiscono alla zona euro si mettessero d'accordo per un'iniziativa immediata - e comune - contro la crisi finanziaria e contro il rischio di una degenerazione sul fronte economico. L'Eurogruppo ha scelto di agire su tre fronti prioritari: la ricapitalizzazione delle banche in difficoltà; la garanzia pubblica a tutti i prestiti interbancari per sbloccare la liquidità e una revisione delle norme contabili a livello europeo.

Il comunicato in 14 punti illustra gli strumenti dei quali ciascun Paese potrà dotarsi rispettando le specificità nazionali. Sarkozy ha convocato per lunedì mattina un consiglio dei ministri straordinario che sarà seguito nel primo pomeriggio da una ''dichiarazione solenne'' nella quale saranno dettagliati i mezzi finanziari di cui si doterà la Francia per rafforzare il capitale delle banche e per emettere le garanzie. «Nello stesso momento -ha preannunciato Sarkozy- la Germania e l'Italia e altri Paesi faranno lo stesso annuncio». Per Berlino si parla di un piano da 300-400 miliardi di euro, altrettanti dovrebbero essere quelli messi in campo da Parigi: «Non faremo regali -ha puntualizzato il capo di Stato francese- le garanzie saranno remunerate a prezzi di mercato».

La misura più urgente tra quelle concordate dall'Eurogruppo riguarda proprio le garanzie sui prestiti interbancari, essendo il sistema creditizio europeo afflitto non tanto dal rischio d'insolvenza come nel caso delle banche americane, ma dalla completa paralisi della liquidità. Lo schema di garanzie durerà fino alla fine del 2009 e coinvolgerà qualsiasi strumento di rifinanziamento sul mercato interbancario, anche sul medio lungo-termine per titoli di debito, con una scadenza che può andare fino a un massimo di cinque anni. I capi di Stato e di Governo dell'Eurogruppo auspicano inoltre la creazione da parte della Banca centrale europea di un meccanismo per l'emissione di commercial paper destinati alle società finanziarie e a quelle non finanziarie. Quest'ultima misura è simile a quanto già fatto dalla Federal Reserve, anche perché negli Stati Uniti il mercato dei commercial paper come forma di finanziamento per le imprese è più sviluppato rispetto all'Europa.
Le garanzie pubbliche sull'interbancario saranno estese a tutti gli istituti stranieri o filiali di banche straniere presenti sui rispettivi territori nazionali, proprio per evitare quelle distorsioni che si erano venute a creare dopo la decisione dell'Irlanda e l'annuncio del piano Brown per il salvataggio del sistema bancario inglese.

Sul fronte del rafforzamento del capitale, i Governi dell'eurozona si impegnano a fornire le risorse necessarie, sotto forma di azioni privilegiate, per rispettare il coefficiente patrimoniale di base Tier 1. Secondo lo schema, le autorità politiche vigileranno affinché vengano tutelati gli interessi dei contribuenti e degli azionisti in caso di ricapitalizzazione di un istituto in difficoltà e per il quale il management «dovrà subire le dovute conseguenze» dell'intervento di salvataggio.

Il documento suona anche la campana a morto, almeno in Europa, della valutazione degli assets secondo il criterio mark-to-market, che «in mercati illiquidi non è più appropriato» e invita in proposito la Commissione europea a prendere misure immediate per implementare le conclusioni dell'Ecofin del 7 ottobre.

Basteranno queste misure, definite da tutti giuste ed efficaci, a riportare la calma sui mercati? Sui mercati la tempistica è fondamentale e ci si chiede come mai l'Europa non sia riuscita a proporre in occasione del G4 di nove giorni fa, sempre a Parigi, quello che ha proposto domenica nella capitale francese. Nei mercati impazziti, anche una settimana di ritardo potrebbe equivalere ad un'eternità. Se andrà bene, invece, la ''riunione eccezionale'' di Sarkozy potrebbe entrare nel libri di storia.

RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-